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perché detestiamo chi non sa fare giornalismo. Giulia Innocenzi

Trentenne, spregiudicata, si arrampica su una veloce carriera grazie alla benedizione di Santoro e Travaglio.

Consapevole di poter saltare numerosi step con la semplice iscrizione a un partito politico, si candida inizialmente alle primarie PD per la poltrona di Segretario dei Giovani Democratici.

Non paga dell' insuccesso annunciato, si butta sull' Associazione Luca Coscioni (sì, vabbè, come dire “sono per la pace nel mondo”, dato che si tratta di un gruppo di attivisti pro-eutanasia legale, testamento biologico e per la cancellazione della legge che in Italia vieta la procreazione assistita, tutte battaglie sacrosante).

Ma torniamo a noi, perché sinceramente, della carriera di Innocenzi e Pif (il fidanzatino 40enne, ex-VJ di MTV, ex- Iena, autore del film “La Mafia Uccide solo d' Estate”, ma onnipresente nei posti che contano, come dimostra la sua partecipazione alla Leopolda di Renzi del 2013) non ci frega una mazza.

Perché non guardare la Innocenzi?

Innanzitutto la conduzione “legata”, con evidenti difetti di pronuncia che la giovane arrivata non pare voler indirizzare a una maggiore fruibilità del prodotto giornalistico.

In secondo luogo, per la legge del “già visto”. La formula adottata da Innocenzi è la stessa di Santoro:

  • apertura con servizio su categorie esasperate di cittadini

  • protesta in piazza

  • siparietto politico con gli ospiti di turno

  • campagna elettorale

  • elemento irrinunciabile: sfilza di domande comode comode per l' interlocutore, che va in onda e pontifica allegramente senza contradditorio.


Non a caso, la prima puntata di Announo, il programma a firma della giovane promessa, ebbe come ospite di punta proprio Renzi che, immerso in un pubblico di persone con la metà dei suoi anni, pubblicizzava il nuovo partito-azienda (per candidarsi alle Politiche col PD, ricordiamo, è necessario versare una “quota” che va dalle poche migliaia ai 50mila euro).

Come Santoro con Silvio (che infatti riuscì a pareggiare con Grillo e Bersani, sollevandosi da sondaggi a dir poco sconfortanti), così la Giulia nazional-popolare con Matteo (che infatti portò a casa un trionfante 40% alle europee che, al netto del 40% di non votanti, si ferma al solito 20%).

Ma il motivo per cui la Innocenzi non riesce a piacere, è lo spot-presa-per-i-fondelli.

In cui si vede la bella di belle speranze, sfottere allegramente sia i lavoratori dei call-center (categoria, come si sa, avvilita da contratti spesso ai limiti della legalità), sia i disoccupati. Con la scusa banale e pretenziosa (come la nostra eroina legge dallo schermo) di farsi loro portavoce.

Scenetta: "Pronto, sei il disoccupato italiano a cui hanno rubato il futuro? Vivi ancora coi tuoi? Sono la Innocenzi di Announo, seguici e ti daremo voce!"

(Tradotto: stavi a dormì, eh, fancazzista?).

Certo, come se una figlia di papà trentenne potesse dar lezioni a un ventenne alle prese coi primi esami, o a un precario vittima dell' ennesimo contratto-truffa.

Scandaloso, come hanno già detto in molti?

No, semplice presa per il didietro per quanti, che vuoi per mancanza di possibilità (non tutti vengono da una famiglia di albergatori, vero Giulia?), vuoi a causa di incombenze più urgenti, non hanno potuto (o voluto) darsi al facile e comodo mestiere dell' Addolorata (bionda, da Santoro sono tutte sempre bionde) beniamina del popolo dei giovani precari.

Come biasimare chi preferisce guardare X-Factor?

Informa di più sulle nuove tendenze mercantil-canore, intrattiene e soprattutto ospita il vero rappresentante della cultura giovanile attuale: Morgan (che, infatti dice di voler lasciare il programma).


photo: web stock

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