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la fotografia è morta? sì, fatevene una ragione

  • panemet
  • 31 lug 2014
  • Tempo di lettura: 3 min

In tempi di rivoluzione digitale, si dice che ogni volta che un amatoriale apre Photoshop, un fotografo professionista muore.

Che ai “PRO” piaccia o meno, il punto è un altro: chi non rosica non è un professionista, ma un dilettante della domenica, convinto delle proprie scarse o nulle capacità.

La rosicata in solitaria o di gruppo è l' unico, nuovissimo trend fotografico.

La verità che i professionisti odiano è che non importa da quanto tempo tu abbia una reflex: se sai fotografare si vede. La gente te lo dice, le tue foto sono richieste, insomma: il professionista si può attaccare. E non ne vuole sapere, e strepita, e piange sulla Nikon.

Male, male, se si pensa che pure Henri Cartier-Bresson fu un amatore, all' inizio.

Anche questo: Cartier Bresson è la pippa cosmica, la sega mentale del professionista: mai capito il perchè.

Il mercato della foto è saturo, che significa? Che il mondo intero è stato fotografato tutto, da ogni angolazione, almeno 2-3 volte. Ciò ha portato negli ultimi anni a un abbassamento drastico del valore di mercato del singolo scatto. Da 500 euro a 1 euro. Perché è proprio quello, il ricavo che uno tira su da uno stock di foto: un solo euro.

Bene. O meglio, male. Se prima bastava andare in giro col cavalletto per presentarsi come nuovi guru dell' obiettivo, adesso questo non basta.

Se si dà un' occhiata ai contest più in voga, nazionali e internazionali, si scopre che tra i partecipanti ci sono fotografi di: MAGNUM, Noor, Seven e altre prestigiose agenzie internazionali.

Tutta gente che non guadagna abbastanza. Non più: peggio per loro.

Difficile, con tutta 'sta concorrenza fingere di essere bravi fotografi.

Difficile, ancora di più, stare al passo coi tempi – strettissimi – della cronaca, ad esempio.

Se prima bastava essere a Gaza, oggi, per essere pubblicati non dico su Time, ma sul giornaletto locale, ci vuole la foto del premier. Per fare la foto al premier (possibilmente in occasione non ufficiale, sennò son bravi tutti), ci vogliono mesi di contatti, spesso telefonici.

Aggiungiamoci che gli amatoriali sono un esercito e capaci di produrre scatti incredibili, il gioco è fatto: il mercato è al collasso.

La soluzione.

I fotografi ignorano l' esistenza delle immagini in movimento. Si chiamano video, le hanno inventate i fratelli Lumière.

Smetterla di menarsi con gli amatoriali: ci saranno sempre e saranno sempre di più.

Smetterla di dare retta a qualsiasi critico auto-proclamatosi tale. Il critico tende all' appiattimento verso il basso, l' amatore vola libero nel cielo, guidato solo dal proprio gusto e dalla propria ricerca.

Ricordarsi che oggi, momento storico in cui la foto del Papa vale un euro, è ancora un periodo d' oro: tra qualche anno, saranno i fotografi a pagare per vedere il proprio scatto pubblicato. Succede già.

Ormai ogni concorso fotografico è a pagamento, e c'è di peggio: stanno sbucando come brufoli sulla faccia di Justin Bieber siti internet che offrono – sotto compenso – la “review” della vostra opera omnia, (che sarebbe un parere tecnico-critico).

Vi pare il caso di scucire 50 euro per il parere di un 26enne che ha la reflex da meno tempo di voi?

Chi ve lo fa fare?

Importantissimo è non guardare i forum. I forum, specie quelli italiani, inizialmente nascono per farsi le pippe a vicenda sul mare magnum delle ultime novità tecnologiche. Ben presto diventano venditori di fumo che vi spacciano il workshop fatto da quattro perfetti sconosciuti (amici loro) alla modica cifra di 700 eurini per tre giorni. Ma non basta! Nascono mercatini dell' usato, consulenze di dubbia provenienza su come e perché si debba scattare, meglio il RAW o il JPEG, a quanti milioni di ISO regge la macchina, al buio, su Marte, in condizioni di neve, sott' acqua.

Tutta fuffa, gente. Tristissima fuffa generata per inondarvi le caselle email di ciarpame.

Un' ultima cosa: guadagnare dalla fotografia è impresa durissima, che costa sudore, soldi e spostamenti nottetempo.

Ma se proprio fotografare vi piace, non smettete di gridare al mondo:

“sì, sono un fotoamatore e sono stato pubblicato sul Times un mese fa! E adesso, caro il mio professionista.... ROSICA!

(Ma non aspettatevi di guadagnarci troppo, però: non accadrà).


photo: webstock - un qualsiasi redcarpet di Cannes, o forse manco di Cannes

 
 
 

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